Superpop Wood_Canvas_Concrete Sculptures

La ricerca figurativa di Fabrizio Musa interpreta con ironia le inquietudini e la vitalita' della sua generazione, secondo uno studio di natura particolarmente spietato e preciso, un percorso un cui e' protagonista il libero confronto con una pluralita' di linguaggi, dall’espressionismo alla pop art al fumetto al graffito urbano.
Ma di quale generazione stiamo parlando? Le hanno gia' affibbiato etichette che dicono tutto e niente, generazione x, generazione shampoo… ma e' semplicemente una generazione che comincia ed esce allo scoperto, e deve imparare dai propri errori e dai segnali positivi che puo' manifestare.
Cosi', forse, si spiegano queste sagome riempite di vuoto e dai contorni netti, scoperte per via d’istinto e non d’accademia, decisa opposizione all’impressione e alla rappresentativita', apertura alle allusioni delle cose del mondo senza strutturare o tradurre in geometrie o paradigmi, lontano com’e' l’Artista da ogni tentazione descrittiva.
I personaggi vivono in virtu’ di effetti cromatici forti, a tinte sgargianti, fantasmi o feticci umani paradossalmente privi di trasparenze e immaginazione, astrazioni e rimpianti, decisi nella loro presenza come esito di un procedimento che nasce e si sviluppa senza un progetto, forma radicale e intrinsecamente violenta quasi l’occhio fosse una telecamera spedita casualmente nelle vie del centro per un reportage, protagonista assoluto di ridondanze erubescenti. Dei due momenti fondamentali nella genesi dell’opera per Paul Klee, l’impressionismo, “momento ricettivo dell’impressione della natura” e l’espressionismo, “quello ulteriore, di cui non e' possibile dimostrare l’omogeneita' con il primo, dove l’impressione ricevuta e' rielaborata e restituita”, in continue elaborazioni di frammenti, Musa sembra scegliere decisamente il secondo.
E’ insomma uno che cerca, il “der suchende” hessiano (Siddharta laico, come solo una generation x puo' esprimere), il reale e polimorfo come nella serie degli ironici autoritratti, nei fiori, semplici margherite dai tratti elementari e piu' in generale nelle nature morte: contesto di simboli posti su un’ideale piedistallo, uno stile di vita che fotografa situazioni e stati d’animo, sguardi ingenui colti nella loro fissita' monodimensionale e si compie e si riassume con l’irruzione di oggetti di uso comune e moderno: bottiglie di Coca Cola, orologi e altri oggetti di culto, veri e propri must del consumismo.
Lorenzo Morandotti